di AlessandroX, Sabotatore Culturale
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“Il pirata si beffa della paura. Egli si getta nei più grossolani abomini come il cavallo si getta nella battaglia. Gli sono molto famigliari le sommosse, le feste e le orge. Orribili bestemmie e linguaggio da demoni pongono la sua lingua nelle fiamme dell’inferno. Le canzoni oscene e sozze, che infettano la stessa aria in cui vibrano, sono il meglio della sua musica vocale. Egli abbandona e aborrisce le chiese di Dio … I pirati con le loro bestemmie sfidano intollerabilmente il cielo … esibiscono una mostruosa disobbedienza nei confronti dei propri superiori. Essi prendono in giro i ministri e i messaggeri di Dio con mostruose insolenze.”
Cotton Mather, ministro di culto incaricato di predicare nelle esecuzioni di pirati.
“Non sarà la paura della pazzia a farci lasciare a mezz’asta la bandiera dell’immaginazione.”
Andrè Breton, primo manifesto del Surrealismo
- Fuga da Libertatia
“I principi liberali realizzati nelle rivoluzioni francese e americana e più tardi nelle rivoluzioni liberali del 1848 erano già stati codificati e messi in pratica da comuni di pirati un centinaio di anni prima.”
William S. Burroughs, le città della notte rossa.
1700, Libertatia, comune di pirati sulla costa di una minuscola isola africana.
Rulli di tamburi risuonano sulla spiaggia. Sono rulli potenti, che si avvicinano sempre più e sembrano fare tremare anche l’acqua verde del mare placido, rompendola in gorghi e cerchi di spuma bianca, o almeno questa è la sensazione che dà ai pirati accampati vicino alla riva, che levano il capo in direzione del rumore senza vedere nulla.
“Fottuto inferno, che cos’è questo casino?”
“Non lo so. Ma non mi piace per nulla.”
“Sembrano tamburi.”
“Non sembrano tamburi, SONO tamburi!”
“Ma che diavolo …”
Le bocche dei pirati si serrano quando vedono apparire i tamburi e chi li suona: una grande linea nera all’orizzonte. Centinaia di corpi in marcia. Innalzano una foresta di lance al cielo. Il rumore diventa frastuono.
“Diavolo, sono gli indigeni!”
“E sono armati!”
“Perdonatemi la franchezza, fratelli, ma non mi sembrano per niente amichevoli, mi sa che siamo nella merda fino alla zazzera, come è vero che mi chiamo Joni Lammeraner e mio padre era il più grande serpente di sterco che abbia mai strisciato nell’universo!”
“Lascia perdere quell’escremento di tuo padre, Joni, il diavolo se lo tenga, ma mi sa che hai ragione questa volta!”
“Dov’è quello scoppiato del capitano?”
“Già, dov’è il capitano?”
“Non è qua, merda, deve essere in qualche grotta a strafarsi di droghe indigene, perché il rum non gli basta a quel figlio di cagna, e a parlare con i fantasmi dell’isola! Qualcuno vada a cercarlo!”
L’orda nera intanto si è fatta vicinissima, con la foresta di lance che si para a pochi metri dai pirati, fitta e minacciosa come i denti di una gigantesca bocca. Gli indigeni si fermano, il rullo si blocca improvvisamente, per un secondo o due, e un silenzio più rumoroso di qualsiasi tamburo cala a congelare l’istante. I loro occhi guardano di fronte puntati come pistole, non vi è odio né ferocia riflesso nelle loro iridi, ma nemmeno pietà.
E poi attaccano.
Il capitano Diricx è seduto nella grotta. I suoi occhi scrutano nell’ombra cogliendo riflessi psichedelici tra le rocce dove altri non avrebbero visto nulla. Si, perchè Il capitano è strafatto e i suoi occhi brillano di hashish. Di fronte a lui vi è un uomo anziano dal volto serafico e inespressivo, con un cappello in testa, un vestito del ventesimo secolo indosso e una moderna pistola stretta in mano.
“Come hai detto che ti chiami?” chiede il capitano pirata con una voce biascicata che denuncia il suo stato mentale piuttosto alterato.
“WiIliam Burroughs.”
“Uhm, Burroughs, si, mi sembra di averlo già sentito …”
“Non credo proprio.”
“No, eh? Beh, Burroughs, mi sei simpatico, anche se vesti proprio strano e quell’arnese che stringi in mano sembra pericoloso, ma ho una ciurma di filibustieri che mi aspetta, sai, non lo crederesti mai, ma mi hanno persino eletto capitano…”
“Si, ed è questa la cosa interessante, ti hanno ELETTO capitano” dice, calcando sulla parola eletto.
“Si, beh … mi hanno eletto, si … è strano, ma interessante non direi proprio …”
“Voi pirati siete avanti sui tempi: eleggete i vostri capitani e li potete destituire se non vi piacciono, non avete gerarchie, prendete decisioni tutti insieme riunendovi in consiglio: siete democratici in un’epoca antidemocratica.”
“Democratici, antidemocratici … non capisco che vuoi dire …”
“Voi create una sorta di mondo alla rovescia: in un mondo dove i capitani hanno potere di vita e di morte sui marinai, sulle vostre navi è l’opposto: è la ciurma che comanda. In un mondo dove la proprietà e il commercio sono sacri, voi saccheggiate la proprietà e paralizzate il commercio, dividendovi il bottino equamente. In un mondo governato dal razzismo e dalla religione intollerante, voi ve ne fregate di entrambi e siete un miscuglio di razze, nazionalità e credi diversi.”
“Caro Burroughs, amico mio, a dir la verità fatico a seguirti … ma di che stai blaterando?”
“Ma dovete scegliere da che parte stare, perché voi in ogni caso siete il futuro: potete continuare sulla strada iniziata qui a Libertatia, dove avete abolito tortura, schiavismo e pena di morte, e praticate la comunione dei beni. Sareste gli iniziatori di una società egualitaria.”
“Oppure?” chiede il capitano, pur senza aver capito granchè.
“Oppure cedere ai vostri istinti più bassi, all’avidità, al desiderio irrefrenabile di possesso di merci e alla rapina fine a se stessa. Diventereste dei predatori, e quindi precursori della mafia e del capitalismo.”
Ora il capitano Diricx non capiva più niente di niente e guardava l’uomo con gli occhi sbarrati.
“Vabbé, adesso lascia stare questa filippica da vecchio scrittore fulminato tossicodipendente, e ascolta una cosa importante: i colonialisti, e i loro preti, hanno sobillato gli indigeni contro di voi, gli hanno insegnato ad avere paura della libertà, lo hanno inculcato nella loro testa e perciò ora vi attaccheranno. Prendi questa, ne avrai bisogno.”
E così dicendo porge la sua moderna pistola al pirata, che la prende e la guarda meravigliato, rigirandosi l’impugnatura nera e il metallo liscio tra le mani.
“Ora torna dalla tua ciurma. E ricordati: voi pirati siete il futuro.”
E così dicendo l’uomo che dice di chiamarsi William Burroughs sparisce e nella grotta rimangono solo le ombre a danzare negli occhi drogati del capitano.
Quando il capitano Diricx torna alla costa, la battaglia infuria e gli indigeni sembrano avere la meglio, stanno inseguendo i pirati infilzandoli con le loro lance e facendoli a brandelli.
“DOV’E’ IL CAPITANO? DOV’E’ QUELLO SCOPPIATO DEL CAPITANO?”
Sente i suoi uomini gridare il suo nome mentre li massacrano e si sente impotente, quando improvvisamente vede che ad aizzare gli indigeni, dietro di loro, vi è un uomo. È un prete: la tonaca è nera, ma la pelle è inconfondibilmente bianca.
Gli vengono in mente le parole di Burroughs, guarda la strana pistola che gli ha dato e in un lampo capisce quello che deve fare…
(continua)