ATTIVO MA STRANO

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Filosofia in pratica

In cammino

Lo stereotipo e lo stigma portato dalla figura del filosofo mi è subito sembrato paragonabile ad alcune caratteristiche messe a fuoco nello spettro Asperger.

Quando Fabrizia Bugini mi ha chiesto di tenere gli incontri dell’Aspie Café a Sesto San Giovanni, mi sono sentito felice e insieme preoccupato. Come avrei potuto, provenendo dalla sola esperienza della filosofia, gestire un gruppo caratterizzato come Asperger?

Reputo una fortuna poter lavorare con un gruppo per svilupparne potenzialità, entusiasmo, gioia e consapevolezza ma non mi sentivo in grado di poter fare lo stesso con questo gruppo. In questo campo avevo ed ho ancora molto da capire. Il sapere che la psicologia ha raggiunto e consolidato, l’aver dato nome a quell’insieme di disagi e azioni che delineano le personalità Asperger, mi sembrava e mi sembra già utile nel dare respiro e prospettive a chi si trova caratterizzato da questa sindrome.

Cosa potevo fare io per essere all’altezza del mio compito? Fabrizia mi accordava una grande fiducia, così affidandomi al suo buon senso mi sono convinto a provare. Vorrei raccontare che pensiero suscitò in me il primo Aspe Café. Intorno alle 22.00 mi trovavo in macchina in direzione di Milano di ritorno dal Centro LEM che ci ospita. Pensai agli stereotipi che accompagnano i filosofi da sempre: individui distaccati e con la testa fra le nuvole, sovente in possesso di una marcata verbosità, sofisti e parolieri, spesso schivi e presuntuosi, dediti e immersi nelle loro teorie, ego riferiti, depressi o narcisisti e infine strani.

Lo stereotipo e lo stigma portato dalla figura del filosofo mi è subito sembrato paragonabile ad alcune caratteristiche messe a fuoco nello spettro Asperger. La storia della filosofia ci ha tramandato molte azioni stravaganti compiute dai filosofi: Diogene ad esempio finì a vivere in una botte pur di seguire le proprie idee, Platone racconta come Socrate si assentasse seguendo il filo dei propri pensieri facendo preoccupare i suoi compagni, Schopenhauer è stato tacciato di scontrosità e fu facile agli scatti di rabbia, Leopardi è noto per la sua propensione all’isolamento.

Il caso su cui però mi concentrai con particolare attenzione fu quello di Immanuel Kant. Di lui si racconta conducesse una vita segnata da orari meticolosi e da rituali quotidiani come la famosa passeggiata alle sette della sera su cui i concittadini regolavano gli orologi o della sua scelta di ritirarsi dalla vita mondana per dedicarsi meticolosamente ai propri studi e interessi.

Questi aneddoti e queste caratteristiche “da filosofi” mi tornarono alla mente leggendo in libri, manuali e sul web alcune caratteristiche della personalità Asperger. Su Wikipedia, ormai una popolare fonte di informazioni, si legge che “Le persone con sindrome di Asperger mostrano interessi e attività limitati e ripetitivi e talvolta anormalmente intense o che implicano una esagerata concentrazione. Possono perseguire delle azioni di routine inflessibili […]”. Come non ripensare a Kant? Sempre su Wikipedia si legge che un “[…] individuo con la sindrome è in grado di impegnarsi in una conversazione unilaterale, un discorso prolisso su un argomento preferito, mentre fatica a comprendere o riconoscere i sentimenti o le reazioni di chi ascolta, come ad esempio il desiderio di cambiare il tema della conversazione o la volontà di terminare l’interazione.

Questo disagio sociale è stato definito “attivo ma strano”.”. Attivo ma strano…mi è sembrata una buona sintesi per raffigurare lo stereotipo del filosofo e il cammino che stiamo compiendo all’Aspie Café!

Fabrizio Mele, 2016